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Paggena:Del dialetto napoletano - Ferdinando Galliani (1789).djvu/81

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DIALETTO

ditto, astritto &c. come i Latini dictus, strictus, mentre i Toscani dicono detto, stretto &c. Anderemmo all’infinito a voler enumerare tutte le parole noftre, che conservano inflessione più accostante alla Latina.

Egualmente abbiam conservati sciolti alcuni dittonghi, che i Toscani han ristretti ad una vocale. Diciamo laudare, e non lodare, fraudare, e non frodare, ed in tal guisa conserviamo più il Latinismo.

In fine della continua permutazione fatta prima da’ Greci, indi da’ Latini; e finalmente da noi tralla b, e la v vi sono tanti esempj nelle iscrizioni latine a cominciar fin dal quarto secolo, che ogni uomo leggiermente iniziato in questi studj ci dispenserà dall’addurne lunghe pruove. Ci basterà rimandare i nostri lettori alla Dissertazione XXXIX. dell origine della lingua Italiana del Muratori, che rapporta l’equivoco curioso preso dall’Andrea Alciato sulla parola BIBO, che egli non seppe riconoscere essere la parola latina VIVO in una iscrizione esistente in Milano. Il Muratori avverte che quella mutazion di lettere provveniva dal pronunziarsi già alcune parole secondo il costume Napoletano. E pure quell’iscrizione, ed altre moltissime simili, che si sono incontrate e sulle lapidi e su’ vetri delle Catecombe non sono posteriori al V. secolo.

Che se alla pruova in favor dell antichità del nostro dialetto nascente dalla maggior conformità colla pronunzia latina, si aggiungerà l’altra di non minor peso della maggior quantità di parole latine tra noi conservate, che nel nostro Vocabolario si osserveranno, crescerà la

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