De’ Nomi, e de’ Verbi.
S U’ nomi non abbiam cosa importante da avvertire. La loro declinazione è limile alla comune Italiana.
Rispetto ai plurali avvertiremo, che la maggior parte de’ nomi mascolini, o che abbiano nel singolare la desinenza in a, o in o, o in e, i quali nell’Italiano prendono la desinenza in i nel plurale, nel Napoletano la prendono in e; sopratutto que’, che, sebbene mascolini, hanno la desinenza del singoiare in a, come Poeta, Pianeta, Profeta &c. Il loro plurale Napoletano finisce in e, come
Poete | per | Poeti. | Vierme | Vermi. | ||
Profete | Profeti. | Piettene | Pettini. | |||
Miedece | Medici | Prievete | Preti. | |||
Spasse | Spassi | Patrune | Padroni. |
Riguardo agli articoli avvertiamo, che i Napoletani non hanno l’articolo il, ma soltanto lo. Sentendo un il per disgrazia, già par loro sentir quel suono di dialètto Toscano, che mal possono sopportare. Merita esser avvertito, che di tutti i dialetti d’Italia, quelli, ai quali hanno maggior naturale, ed organica avversione, sono il pretto Fiorentino e il Calabrese. Sopportano pazientemente tutti gli altri, ma sentendo quelli s’irritano, e quasi entrano in convulsione, nè possono trattenerli dallo schernirgli e beffeggiarli controffacendo, subito i Fiorentini coi oh ohi, e i Calabresi colle desinenze in u Giangurgulu, Cori meu, Frustatu &c. Inde fu-
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