d’ogni pace, e quindi alle perpetue ostilità de’ Maomettani, mentre restava sprovveduta di forze da difendersene, vide le
sue marine tutte saccheggiate, bruciate, e gl’indifesi abitatori condotti in servitù. Vide le interiori Provincie assassinate da enormi squadre di fuorusciti; i popoli oppressi da’ Baroni; ne’ Baroni alimentate con insidioso artifizio di sciagurata politica le discordie, e i rancori; l’universalità tenuta con egual perfida arte nella povertà, nell’ignoranza, e nella superstizione; negletti i pubblici edifizj; attraversato il commercio; perseguitate le lettere; premiata, e tratta in trionfo l’ipocrisia chiericuta, e la non men nefanda sorella sua l’ipocrisia togata; un governo Viceregnale negligente, e tumultuario, sempre spinto da accecanti urgenze, non mai regolato da avveduta lontana provvidenza; ordini da aspettarsi tardi e da lontano da una Corte sconcertata; conto di condotta non mai reso con altro, che col farsi veder ritornato
alla Corte; una catena dì calamità, seguela di questa orribile situazione; le più nobili antiche famiglie spogliate, e sbandite per sospetti di affezione ai loro antichi naturali Sovrani; la fede, e la memoria verso di essi tacciata ne’ popoli per fellonia; attribuito a caparbietà, e genio tumultuoso de’ popoli il naturale scoppio sotto
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