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Paggena:Del dialetto napoletano - Ferdinando Galliani (1789).djvu/127

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DIALETTO


Lo stile di lui è da chiamarsi piuttosto un comune, e culto Italiano, quale da’ dotti si parlava in Napoli, che non un puro e pretto idiotismo. Vi si scorgono perciò molti latinismi sì nelle voci, come nelle costruzioni delle frasi. Rimarchevole poi è il vedere, che non per ischerzo, e per affettar lepidezza usa le particolari voci, ed espressioni del suo dialetto, ma solo perchè non credeva, che fossero da abborrirsi, e posporsi alle Toscane. Daremo per saggio dello stile di questo scrittore la breve spiegazione, che fa della Favola XXVII., nella quale si descrive la nascita del sorcio dal parto della montagna espressa felicemente da Orazio col solo verso: Parturient mentes, nascetur ridiculus mus.

Era


    alla nostra conoscenza. E’ dedicata ad Onorato Gaetano Conte di Fondi, Gran Protonotario del Regno. E’ impressa in soglio piccolo di bellissima carta, e di assai bel carattere, ma con innumerabili errori d’impressione, arricchita di sampe in legno, curiosissime e nel sine vi si legge: Francisci Tuppi Parthenopei utriusque juris disertissimi, studiosissimique in vitam Æsopi sabulatoris lepidissimi philosophiq; clarissimi traductio materno sermone fidelissima, & in sabulas allegoriae cum exemplis antiquis modernisque finiunt feliciter. Impressa Neapoli sub Ferdinando Illustrissimo Sapientissimo atque Justissimo in Siciliæ Regno Triumphatore. Sub anno Domini MCCCCLXXXV. Die XIII mensis Februarii.