Paggena:Del dialetto napoletano - Ferdinando Galliani (1789).djvu/108

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NAPOLETANO


A Francisco de li Barde.

Facimmote addonca caro fratiello, a sapere ca lo primo juorno de sto mese de Decembre Machinti figliaje, e appe no bello figlio mascolo, che Dio nce lo guarde, e le dia vita a tiempo, e a bell’anne. E pe chello, che nne dice la mammana, che lo pigliale, nella nfanzia tutto s’assomiglia a lo patre. E pe Diso credimmolo, ca nce dice lo patino, che la canosce, ca è bona persona. Oh biva Dio,

che


    rezione, che noi sulla pratica, che abbiamo del nostro natural dialetto diamo qui impressa. Intanto se a taluno piacerà imprender questa ricerca, lo preghiamo d’osservar se il nome dell’eroina della lettera Machinti non contenesse qualche error de’ copisti. Certamente questa voce non mai intesa non forma senso in niuna lingua. Noi sospettiamo, che debba leggerli Mechante, parola Francese ed epiteto, che anche oggi da quella Nazione per vezzo si dà alle fanciulle furbette, e amabilmente dirpettose. Abbondavano le Francesi ne’ tempi del Boccaccio tra noi allor quando la Provenza era sottoposta ai nostrr Sovrani, ed il quartiere, in cui abitavano vicinissimo alla Loggia de’ Fiorentini, conserva ancor oggr il nome di Chiazza Franzese. Sicché è assai credibile, che il Boccaccio e il Sig. Francesco de’ Bardi s’intendessero di qual amabil donna volessero sotto quello soprannome parlare.