1. Giur. (approva, e gli altri giurati con lui)
P. M. Di tutto egli si serve, tutte le vie della commozione egli conosce, dinnanzi a niente arretra. Alla difesa del suo volgare delitto mobilita tutti i suoi, fino al sacrilegio. E persino il povero morticino, il misero cadaverino del figliuoletto estinto è trascinato quil per giustificareo l’ orrendo misfatto paterno. Il beone, l'ubriacone non ha esitato neppure innanzi alla piccola bianca tomba innocente.
Esp. (strozzato dall’ira e dal dolore, più che altro offeso) Che dice?
P. M. Ha smosso con unghie di iena il breve sepolcr fiorito di rose d’ogni mese e di grisantemi.
Esp. Stateve ritto.
P. M. Ha disotterrata la piccola bara.
Esp. Zitto.
P. M. L'ha schiodata , ed ha portato quì Papeluccio l'innocente angelo di candore , perochè dica che il padre è buono, è onesto, è laborioso.
Esp. (mordendosi la mani e scoppiando in lagrime di dolore e di rabbia). No, no, no, no.
P. M. Menzogna, menzogna. Anche quel pianto è menzogna. Della malattia della piccina nessuno in questa udienza ha parlato tranne gl’interessati. Ma i testimoni, (e notatelo cittadini giurati sono tutti testi in discarico) che cosa affermano? Una sola cosa : ch’gli era ubriaco fradiicio, colmo sino al gozzo, luridamente, sozzamente ubriaco. Vogliamo ammettere che la bimba fosse moribonda? E ammettiamolo. Ma allora quella ubriachezza diventa anche più vergognosa. Egli va alla cantina, beve, beve, e beve. Ma ancora ha sete. Danaro gli occorre. Passa... chi passa? L'on. Russo. Il Comm. Russo, lustro del nostro foro, avvocato principe d’Italia, rientra a casa dopo l’onorata giornata di nobile lavoro. Il galeotto s’ appiatta, l’afferra, lo soffoca, lo sventra col pugnale affilato, lo deruba, scappa via. Questa è la aausa, questo il fatto, questo è il delitto, signori giurati. Punire non èun diritti» cui ci si possa sottrarre è un dovere