casó; il color dell’ abito va precisamente d’ accordo colla vivacità dello sposo.
Pan. (’Nè, D. Mà, lo sposo merita to color co. cozza!)
Mar. (E pperchè nno? la cocozza zuccarino è rrisolvente, è gustosa; i Volsci, quando..
Pan. (Tu che Volsce e ccalosce.. chiste so ggrossebboite!)
Gel. (a Fil.) Te raccomanno che lo punto sia forte cornai’ ò stato sempe. (indicando il cuore)
Fili. Non dubitate: replico, badate voi che l’abito antico non sia suppeditato dal moderno.
Gel. Uh! è ssuonno, core mio. (entra)
Pan. (D. Mà; me pare che sti vestite me stanno cosenno no brutto dominò!)
Mar. (Pangrà, non essere tanio sospettoso, starnino a bbedè.)
Fili. Per voi, garbatissimo sposo, verrò domani; come vi pare t
Pan. E pperchè?
Fili. Per prèndervi la misura.
Pan. Te nn’ ha parlato forse...
Fili. La vostra bella; mi ha ordinato anche il colore dell’abito
Pan. E cche ccolore?
Fili. Color canarie; la covratta poi vuole che sia precisamente di canape luogo. (via per la comune)
Pan. (dopo breve pausa) D. Mà: che nne dice?
Mar. L’affare del canape lungo mme pare troppo sforzato; t’ avesse da fa male «canna!
Pan. D. Mà, io non ce leggo niente chiaro in questo affare; chilìo cosetore non me persuade, tu che nne pienze?
Mar. Secondo l’istoria antica, dovrebb’essere