Leo. (veementemente lo afferra per bastonarlo) Che vuoi fare?
Pul (intimorito) Bassa le mani.
Leo. Poltrone, vagabondo, miserabile 1
Pul. Badate bene che siamo due.
Leo. Se non vai via ti do taati ceffoni...
Pul. Li cefaroni a mme!
Leo. Si a te, briccone! e così vendico anche il torto della povera commare Aanarella, tua sventurata moglie.
Pul. Moglie! moglie! siamo arrivati a sindacare le conesse mogUeralorie MI che c’ entra lei, signor schefenzoso, che c’ entra nelle mie contribuzioni maritozzose?
Leo. Centro per dovere, perchè son tuo compare.
Pul. Il compare deve comparare in tutto ciò che appare dai suoi comparati comparatorj, capisci? non s’ ha dda ntricà de chello che I non le preme... oh bonora! nce n’ avimrao pigliato troppo! alò! (con tuono) rimettetevi e d àie mi la parte.!
Leo. Eccola (gli dà un cateto e via)
Pul. E siamo d’ accordo, a la fine aggio avuto chello che me spettava: ma che ssaccio, nce tenco na passione pe sta moneta fuori banco, ch’ è na galantaria.
SCENA Vili.
Pascariello di dentro e detto.
Pasc. (canta a voce alta) Fino all9 ora, all’ ora esterna Compagno tuo, compagno m’avraje.., (si rende visibile)
Pul. A cche stammo cogl’ introiti?
Pasc. A lo ribasso.