Rac. ( c. s. ) ( Magna limone ll’ amico, ma non è ffenuta cca la cosa. ) Vi mo: Clorinda lasciava voi? ( con esagerata cortesia ) voi, che nutrite tanto amore per essa? fusseve stato de lo carattere de D. Rimedino, fermo, disinvolto * ndifferente.. disprezzante...
Rin. ( c. s. ) ( Dalli! me te infilza senza risparmio \)
Rac. Allora va bene, ma voi! voi che siete cosi amabile, così gentile, così sensibile ed ap passionato...
Rin. ( fremendo ) Ma basta, basta, signorina; non siate troppo prolissa: che significano queste dichiarate esagerazioni?
Rac. ( tra,sè ) ( Lavora la gelosia, schiatta mo! ) Caro D. Rinaldino, gli uomini amabili sono sempre da ammirarsi.
Err. Signora, io...
Rac. No, no, del bello non se ne può dir male. Mia sorella sarebbe na hestia a scartarve; anze vi confesso la verità, ehe si essa se risolvesse a ffarve sta cattiva azione... ‘io... ah! ( mostrandosi appassionata) volentieri...
Err. Che cosa?
Rac. D. Rinaldi, parlate vuje... io non tengo faccia de dirle che...
Rin. ( ira sè indispettitó ) ( Cattiva!... )
Rac: ( tra sè ) ( Ròseca; ròseca! )
Rin. Signorina... parmi ora che il vostro carattere manifestato...
Rac. So quello che volete dire, ma caro amico: quando si conosce che una giovane potrebb* essere felice, a senzo mio è una bestialità il ricusare un partito così vantaggioso.