se mmesca a cchesto è a ccheìlo, lene la Bciorta pe ssora Ramale cbe lo protegge, e s’abbusca na’panella, onnfe li balanù tome pare cbe so ggbiuàte, è la cosa cammina co li piede suoje.
Luc. E brava 1 si tenuta subelo a lo brodo ristretto. v ’
SCENA II.
Ottavi») e dette.
Ott. (alla soglia detta porta) È perniesso l’introito?
Luc. Cfii volete?
Ott. D. Niceforo, il cupezzone di casa.
Pep. (tra sè) (Lo capezzone1.) Che bò dicere espostone?
Luc. Yojiie significa lo capo?
Ott. Quando ho detto’il capezzone, mme pare che voglio significa lo capo, lo principale, il piperno dellaTamiglia...non so se mi percepite.
Luc. (sottovoce a Pep) (Chisto mo, comme dice fruirlo, è no «ero ciuccione delie presemi attualità!)
Ott. E cosi? /
Pep. E uscito.
Ott. Grazio tante. (a Pep.) Voi siete la figlia die! capezzone?
Pep. Sono sorèlla a servirvi..
Ott. (inchinandosi) A disingannarmi. Sapete a che ora, è solito ritirarsi nella propria disavventura?
Pep. (sottovoce a Luc.) (Disavventura!) (si guardano e ridono fra loro)