SCENA V.
Luigi, Rachele, Donatino e detti.
Lui. Eccoei, signor D.Ottavio, pronti all’ appuntamento.
Ott. Benissimo, benissimo.
Rac. Sempre disposti ai vostri comandi.
Ott. Oh! (inchinandosi) Volete farmi imbruscinar e...(tra sè) (E D. Donatino sempe apprie8So!) Gli Altri compagni?
Lui. Stanno dinto a lo cafè quasi litigandosi: io e ssorema Rachele l’avimmo Jasciati Uà alluccanno...mme pare, tome pare pe no duetto che la signora ha mannato a ddicere che ha dda canta pure dimane a ssera.
Ott. Duetto, che dduetto! lassarne ire a sto cafè, addò sta?..
Rac. Dirimpetto alla farmacia.
Ott. E sta farmacicola addo sta?
Rac. Luigi, indicalo tu con chiarezza.
Ott. Jammo, jammo nzième D. Luì...
Lui. So cco buje...
Ott. Ma a qual’oggetto site strasute dinto a sto cafè?
Rac. E non sapete chi no ha avuta la colpa? la troppa gentilezza del signor Donatino... Io gliel’ ho detto sempre: non servono tanti complimenti, par che abbiamo. 1’ aspetto d’una caricatura.
Don. (risentito) Caricatura! ben detto.
Ott. Oh! oh! caricatura mo; non me pare che ffacenno no complimento, si possa caricare.
Don. (ironico) Sta bene, sta bene: il detto dì D/Racbelina va in acconcio, ed altra fiata mi esenterò di darle fastidio.