nate a mmuà pe mmesata magnà e ccauzà?
Pul. Gui gg’h.
Ber. JSS22Veon m“à ’ beverai 0011 “uà- sei
Pul. Contentissimo.
Mer. Vieni con mila.
Pul. Ìammo ncoppa; mostratemi a tutto il corpo servizjaJon.
Ber. rfim»rdÌ;/ÌenÌ °ra C0D milà; Abbiamo fa£Za50rtanU88Ìma: », alè. (via per la strada)
Pul. Veng0 V ohl essi ca 8® ®ni8eria; co cchisto se nnf.« ’ ’e “"“e18 bu0D0 » e accossi me SJP0M “ GiusePPina mia- (via appresso)
SCENA VI.
Comparisce il Barone seguito da Anselmo e Giuseppina.
Bar. (nel colmo del furore) È inutile qualunque persuasiva: io son fuor di me, son >’.. £/op me!— figli® perverso!...
Ans. Ma che cos’ è?
Bar. Non voglio che m’interroghiate... lasciatemi gridare come un energumeno... lasciatemi strepitare, io non sono uomo, . ’®no un leone febbricitante!
Giu. 5Ja che v’è succiesso?
Ans. Nón potimmo sape.sta notizia che v’hanno scritta?
Bar. Sentite e raccapricciate, (legge) t Saler ’ no li ec. Signor Baróne. La sincera ser