Fili. P’dre! misericordia!
Luc. Vi, voglio dicere comme a do padre, a no sposo, a do tutto de Lucrezia vosta.
Fili. Basta, questo è un discorso da farei a miglior tempo,e...Ma piano,sevnoa erro, lu eoa Pulcinella..’ /..
Luc. Che ccosa? Pulicenella è sviato senape lo passatempo mio, e ppò D. Pangrazio noe l’ ha mannato.
Fili. L’ ha licenziato? Quanto mi dispiace; eolui sai divertiva al sommo colle sue sciocchezze; e poi mandar via un bonaccióne che colte sue scempiaggini poco o nulla potrà lucrare.
Luc. Cliello che mme piace è la compassione che sseniite de lo simmele vuoilo...Basta, io traso dinto; arricordaleve de la promessa clic muravite fatto, e ffacite già cunto d’avè na schiavottella sincera e affezionata. Sposi, a graziella vosta. (saluta con vezzo ed entra)
Fili. Com’è possibile che un uomo come me possa mostrarsi indifferente a tanti vezzi, a tante graziosità?.. Questa furfantella da qualche giorno mi ha filtrato il cuorerma però non bisogna tradire il mio contegno. Si discorra con tutta circoepeziope e non si dia luogo alla sorella, a D.a Rosa ed all’ intera famiglia di mormorare sulla mia condotta: son galantuomo e non v’è nulla da osservare in contrario.