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Paggena:Altavilla - Lo salone francese.djvu/65

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aprire quella di Errichetta.) Qui non c’è chiave, come si fa? vediamo con questa forbice di forzar la molla; è fatto. (apre la porta, scovre il panno, e vedesi Errichetta vestita a somiglianza della sta. tua.)

Car. Che? Errichetta!

Err. Carlino!

Car. E come in questo luogo?

Err. Assicurati se alcuno può sorprenderci. (senza calare dalla vetrina)

Pro. (mettendo fuori la testa dal finestrino che trovasi sulla porta) Vedimmo si hanno \elevato lo muor... Uh! (vedendo Errichetta) na statua! no, no ’ è femmena comme a mme.

Car. (dopo di aver rfuardatn a dritta e sinistra, senza però osservare Prosdocima, dice ad Eirichelta) Vieni avanti, nessuno ci ascolta.

Err. (scende dalla vetrina e socchiude la porta.)

Pro. (osservando i movimenti di Errichetta, dice tra se) Oh che bella cosa! addonca li femmene hanno accommenzalo a imità ptirp li statue di cera! mo mme nce voglio piglia sfizio. (entra dal finestrino)

Err. Fratello mio... (questo dialogo sotto voce e con sommo interesse)

Car. Ardisci ancora di chiamarmi con tal nome?

Err. E non sono tua germana?

Car. Giammai: per me sei una semplic;<?sima donna! Se avesse parlato in te I’ a.ujr d. sorella non avresti prestato orecchio ai perfidi consigli di uno sconosciuto e ridurre il povero Carlino a domandar quasi 1’ elemosina.