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Paggena:Altavilla - Lo salone francese.djvu/45

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A>rs. (tra. se) E D. Luca perchè se na’è ghiuto accossì de pressa? (s/ acconcia la cravatta, di spaile a Prosdocima per non farsi vedere)

Fed. Signora, se’posso servirvi in cosa y comandatemi.

Pro. A favorirme a favorirme.

Ans. (a Prosdocima’) Si vuje avite da cheffà, io m’ abbìo co ffigliema a la casa.

Pro. Sì, sì, nce vedarrimmo. (via Anseimo e Teresa)

Fed. E così?...

Pro. Io vorrìa...ma non me saccio spiega... vorria...

Fed. Crema tiircà per tingere i capelli, oglio rigeneratóre... pomate...

Pro. (a Pai.) E sta crema mo cooom’ -è?

Pul. Piuttosto liquida...

Fed. Zitto voi...

Pro. Vorria’... mo ve lo ddico e bonni. (in disparte) Vuje min’ avrisseve da fa na finezza.

Fed. Comandate, (parlano, tra loro)

Ant. (a Ciccio) Che ddiceno?

Cic. Io non sento.

Ant. Spìlate le rrecchie, bonora I

Pro. Avite capito?

Fed. Vorreste una parrucca ad imitazione di quella del busto?

Pro. Ah! precisamente. Aggio da ire «ino sposalizio; ma annascuso de fraterno pe ccarità, perchè fraterno è perucchiero, e tene la poteva a lo vico de li Pulice.

Fed. Un momento. Voi forse siete zia alla signora Giannina?

Pro. Precisamente.