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Paggena:Altavilla - Lo salone francese.djvu/42

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Fed. Federico, a servirvi.

Err. Signor Federico, quali sono i frontini più in inolia?

Fed. Eccoli, (prende una scatola, ed Errichetta osserva)

Pul. (a Ciccio) Vi ho pettinato, adesso vi focherò.

Cic. Che ’ haje da foca?

Pul. Oh 1 passo la castagna sfaccia a a li capille’ (va a prendere il ferro)

Ans. D. Federico io vi lascio; verrete secondo T appuntamento a pettinare mia figlia?

Fed. Vi ho data la mia parola, e basta.

Ans. (si avvia per una delle porte d’entrata, e si arresta vedendo venire Prosdocima) Uh! te, te! D. Prosdocima co ffigliema veneno ccà.

Ant. (dispiaciuto per tale notizia) (Cancaro ì sorema ccà! e si chesta mme vede, mine, farrà la cucca. Don Cì.) essendo situato di fronte allo specchio a dritta, fa segnia B. Ciccio eh è situato di fronte allo specchio a sinistra)

Cic. Ch’è ditto? (ripetendo gli atti)

Pul. Oh bonora a cchisto l’ afferra na simp cal no pocod’ acqua.

Cic. Eh! tu che tnmalora haje? fiiss’ arrostuto lo momento che jnm’aggio fatto servì da tei (si alza, e si conduce vicino ad Antonio. Entrambi sono intenti a scorgere la venuta di Prosdocima)