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Paggena:Altavilla - Lo salone francese.djvu/40

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Fed. (lasciando di servire Antonio) Signora, e uscito per un affare di premura: vi sono io, suo figlio, cosa vi occorre?

Pul. (presentandosi ad Errichetta) Se volete tosarvi i capelli?

Fed. Al vostro posto, melenso!

Pul. (a Cic.) Io so sfelenzo?

Cic. Lo ssaje tu e isso.

Luc. No, non m’inganno, D. Errichetta?

Err. Signore... mi conoscete? (discorre con Luca, e Federico si applica come prima a servire Antonio)

Luc. Ma si, voi siete Don Errichetta Panfi...

Err. (interrompendolo) (Tacete.) Il vostro nome?

Luc. Luca Giora, colui ch’ ebbe l’ onore di accomodar quella «tatua in casa di vostro zio, di felice ricordanza.

Pul. A pproposito, vuje acconciate li statue? teneo no mamozio senza naso, mme lo volite acconcia?

Fed. E da capo: non voglio sberleffi, state al vostro posto vi replico.

Pul. V’ obbedisco, principale, non v’ incepollate.

Luc. (piano ad Errichetta) Ma come va? siete venuta sola in Napoli?

Err. (con precauzione) Io sono maritala, ed un tradimento fattomi... basta, vi dirò tutto, (quindi a voce alta e con somma vivacità pronunzia le seguenti parole) Vi confesso la verità 6igoor D. Luca, nel giungere in questa Città ho sentito nominar questo Salone con soddisfazione, e la curiosità mi ha spinta a vederlo. Ritrovo più di ciò che mi hanno detto; galanteria, novità, gentilezza... e poi, quel bu«