— Si pra: poi Baroncino ed un Giudice, in ultimo Concetta, Giovanni e Nicola.
Cas. (da? di dentro) Eccoci^ eccoci al cimento signora baro nessi na.
Pul. Lo.vì ceà Casemirro.
Mac. Lo compagno nuosto è ecàf piglio sciato. caminano come sopra nelle lóro gabbie con più velocità)
Cas. (comparisce cogli altri) Guardate i miei animali.
Mon. Belli veramente. v
Luc. Mamma mia! ebe sorte de capa tene la tigre..
Leo. (tra sè) (Come può sospettare mio suocero travestito da jena^feo questi animali.àieno finti?)
Cas. (tra sè) (Questa per quanto aggio potu. to conoscere èf innammorata de chillobaffone.) (a Lue.) Accostatevi, accostatevi al cancello della tigre, esaminatela da vicino.
Luc. A cchi! io mmetto appaura»
Cas. No, do, non v’ è timore... signorina-.
Leo. Dispensatemene...........>
Cas. (conduce Lucrezia quasi vicino la gabbia di Pul. e si pone sul davanti a parlare con Mons. e Leo.).
Pul. (sottovoce) (Lucrezia mia:) 1’^. (Comme! che! bello mio, sì ttu.J
Pul. (Sine, sine: io me sò bestuto da tigre pe sta nascuosto e sposarte. quanno me po , riuscì.)
Luc. (Gioja de sto core, V affare de li figlie 8’è ^ciuòveto’).saccio ehet sst tinocente