Con) (wMtàtmdQli) Benvenuto oscellenzia.
Vin. Buoogioroo: via via Lioni, pe st’uldima giornata suoffre de startene a Posilleco, domani di bel nuovo t’incaminerai per le morbide piume de9 tuoi tetti Foggiani.
Leo. (tra sè) (Si parte domani, manco male)
Afic. No no jìapà... stammice a Nnapole... cà se va sempe ncampagna.
Leo. Zitto voi sciocccarella: non sembrate mai figlia di quel nobil uomo del cavaliere Giàcìnto... v
Baro. Mio primo marito.... dàlie: non e’è discorso che non cià da enirà il nobil uomo del cavalier Giacinto.
Leo. Senz’alcun dubbio, perchè egli godeva quanto può dirsi di merito socievole ed elegante; non già come voi che tatto giorno vi date alle triviali gozzoviglie. e vi unite con persone non degne della vostra qualità.
Baro. Oh! che caricature sò ccheste... sti riguardi banditeli una volta: bisogna essere allegro, sciolto, disinvolto...
Leo. Riflessione giusta d’un barone par vostro con un titolo comprato, il mio defunto marito cavalier di nascita...
Baro. Dàlie co sto defunto, non te scordà de metterlo sempe tàmiezo a qualunque discorso.
Leo. Si, lo ricorderò sempre: io sono nata con tntt’i riguardi d’una gentil dama e la mia vistosissima dote di dieci mila ducati, esige..
Baro. Basta eosi, questi sono discorsi che si fanno tra noi a casa: voi ora siete mia ino