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Paggena:Altavilla - Li ttre epoche.djvu/59

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si dal suo sito ) La mia fatura sposarono* sce questo gentiluomo!

Giù. Sonco io, sonco io, signora madama: io che te vaco cercanno da n’ anno... io che aggio venouto’ la poteca pe ccausa* toja; ma mo t* aggio trovato e yvoglio vennecarme co li mmane meje proprie.,

Lis. E come! venite a rimproverarmi j^lla presenza del signor Rodrigo?

Rod. ( con la solita freddezza ) No... po... servitevi senza soggezione.

Giù. ( con pieno disprezzo) Sfasciata a ccancarò, signor mio, non me fa nisciuna mpreseione.

Lis. Giuseppe...

Rod. ( fissandolo ) Di chi parlate?

Giù. ( con tutto furore ) Di voi.

Rod. (flemmaticamente ) Giusto di me! (ponela mano sul suo cuore)9Ah! ecco un’inaspettata emozione! in fede miai] cuore mi batte,.. (a Gius, cm amaro s’ùrriso ) Voi uscirete di qui, non è vero?

Lis. Giuseppe....

Giù. Cjie ccos* è? cride de fanne lo guappo! te voglio fa assaggià no piro spiuo. 1. ( aggruppando la mano ) ’

Lis. (frapponendosi) Fermatevi per carità!

Rod. Voi dite davvero? (si toglie Vabito -per. prepararsi alla pugna ) Ecco là prima emozione, é la più bella chè abbia avuto in tempo di mia.vità. ’

Giù. Cca siammo nuje, jammonceijne! (invitandolo alla zuffa)

Lis. Fermatevi...

Rod. Lasciateci... (a Gius ) A noi.

Giù. Ànoi.