SCENA IV.
Luigi, Pulcinella e detti, indi Caeldocio.
Lui. (di dentro) li permesso?
Oro. (tra sè) (Uh! eccoli cca.) (si conduce alla porta per introdurli) Favorite, favorite; ecco due classici professori.
(I suddetti,nel rendersi visibili,si fissano ad Ernesto e per breve pausci restano sorpresi)
Pul. (sotto voce) (Luì, chillo ha dda essere n9 auto miedeco.)
Lui. (c. s.) (Ci siamo adesso: viso doro.)
Oro, Sedete, sedete. (offre le sedie e seggono d’ intorno a Pan.).
Ern. Ho il piacere di far la conoscenza di due professori...
Lui. (con ària d’impostura e sempre cosi) Oltramontani.
Ern. (a Pul.) Oltramontani?
Pul. (c. s.) Per ora: quando è tempo saremo anche scirocco a llibeccio.
Ern. Non capisco.
Pul. Meglio così l (entrambi guardano Pangrazio)
Fau. (tra sè) (Chisto miedeco co la faccia morettina > quanto è aggraziato!)
Car. (nel rendersi visibile fissa lo sguardo a N Luigi e Pulcinella dicendo) (Uhi sti duje sarranno miedece: vi, vi; chillo tene la faccia meza janea, e mmeza nera! ha dda essere miedeco de li riamili gnane.)
Lui. Sicchè l’ammalato?..
Oro. Eccolo. (additando Pangrazio)
Lui. (inarca le ciglia, guarda Pulcinella e mastra che il malore è micidiale) Eh! ch!