Pul. Li dolture farranno scappa - scappa e la famiglia ruminane a gguardà lo malato che svapora tutto il suo. fiato per esitum vestii» lochium.
Lui. Armati sempre più di coraggio e con viso imperterrito sostieni il tuo intrapreso carattere. La polvere Restaurapelle sarà bastevole per chiuder.la bocca agli ammalati, aprir la strada alla nostra saccoccia, ed assicurarci in fine...
Pul. Un deposito di punta e tacco nei nostri aforismi.
Lui. Zitto, s’avanza gente.
SCENA VI.
Obonzio, poi Robshto e detti.
Oro. Ab cca so ddisperato! Pangrazio va peggio e io non saccio a ccbi chiammà: so gghiute dall’ ervajuolo p’ave no consiglio, e mm’ ba ditto che n’avesse fatto no decotto de sòcera e nnora. (resta contemplando Luigi e Pulcinella. Roberto si presenta e rimane similmente in disparte osservando le loro fattezze)
Pul. (piano a Luigi) (Guè, nce smicciano sa.)
Lui. (Aria grave, aria grave.) (dirigendosi a Robe.) Che vuoi buon giovane? perchè ci guardi con tanta meraviglia ed umiliazione?
Rob. Alla pietà e generosità di questi celebri dottori segretisti...
Oro. (tra se) (Segretisti! Chiste fanno pe lo caso mio.)
Rob. Io mi raccomando per essere esentato da una fierissima malattia.