Paggena:Altavilla - Duje figlie gruosse e uno piccerillo.djvu/48

'A Wikisource.
Chesta paggena nun è stata leggiuta.
— 48 —

Lor. (0Pul.) Zitto. ^

Err. Non posso giammai obbliare l'affetto che mi lega allo stesso mio sangue; se credete poi che io abbia mancato, ve nèdomando umilmente perdono..

Bar. (aPul.) Ah! non poteva mancare, se è buona se è amabile in tutto la mi» Erricliettina che io stimo più delle mie pupille.

Pul. (tra sè) (Chisto^ mme fa fa tanto na mèuzà.) Lor. Via, non ne sia piir, passiamo ad altro punto. Volete sapere l’origine della mia fortuna? eccola; ia... (V avvede che Raimondo è in osservazione) E voi cosa fate lì? state a spiare i fatti nostri?

'Ans. (tra sè) (Chesta mo è bella!)

Rai. Mi meraviglio! stava qui per partecipare al mio padrone cosa d’importanza.

Bar. (a Lor.) Egli è il mio segretario, persona di gran fiducia, persona magna...

Pul. Magna! e sse vede; tene no ruotolo e mmiezo de patàte mponta a lo naso.

%or. Io non entro se sia. di fidùcia o pur no; non ho piacere di far sentire i fatti della nottrfamiglia; per cui se dovete conferire cosa al Baro né; noi, togliendovi l’incomodo, andremo a discórrere in altra stanza'.

Rai. (tra sè) (Ilo capito: costui si dovrà allontanare da questa casa.)

Lor. (a Pul.) Amico, va ali'albergo, dì al locaodiere Che pranzo da miei parenti, é torna subito qua. Andiamo,mia tfaranipote: (le dà braccio)\ierii tu ancóra, amabile creatura. (prende per mano Eugenio indentrano a dritta) Bart Ma che carattere grazioso! (a Pul.) E voi aneara,sì,mi piacete molto; avetel'aria di un