SCENA III.
Carlino dalla strada a drittale véci della gentaglia che lo devide, indi Caterina e Nicoletta dalla loro abitazione.
Voci di dentro. E)),,ehl efe, eh!D. Cicci jate a la fanfarra.
Car. (c.) Lazzaroni I me ne darete conto.
La gente. Eh, eh! eh, ehi '
Car. (viene in iscena nella massima agitazione) Povero mel ho perduto il nóme ' di Carlino Torroncino,■ ed ho acquistato quello di D. Ciccillo. Come 4 pjér aver detto una sera ad un mio compagno: c ci vediatno- alla fan* farra i m’hanno posto un nome così ridìcolo! A me? ad un giovine uscito dal col* legio di Trocchia! e dippin. s’stampata ab eh e la canzone... ma però im mio coni* pngno ha fatto già 1« risposta; Pulcinella è andata a prenderla; appena l’avrò letta, N la passerò in qualche Iipografla, onde farne cavar fuori un milione di copie e dispensarle in tutl’i siti. Così farò Conoscere come pensa i) soprannominato D.'Ciccillofiat. (con precauzione) (Nicole, vide si vene inÀmmema o Jennaro, è avvisarne subeto, pe ccarità...
Nic. (Maspìeciàie.)
Cat. (Quanto Ile dico na panda.) far. (tra sè) Chi è causa' di farmi avere quest’ insulti? la bella Caterina. lo non ho fatto aftro cfte guardarla, sàiutarla...é se ci avessi parlato? allora la soggeanonemi avrebbe jawaltto e... parai una gran fatalità I Mi