Paggena:Altavilla - A cchi dice cchiù ppallune.djvu/6

'A Wikisource.
Chesta paggena nun è stata leggiuta.
— 6 —

Cav. Peccato, peccato, mia buona moglie, che abbiate scelto me per vostro compagno. Vi cadeva in acconcio uno di quelli che notte e giorno logorano il cervello per inculcare alla gente di famiglia massime del seicento. Ma no, ma do: una lunga vita ha bisogno d'alimentarsi di giovialità, d’allegria... moda, moda, e nuli’ altro. Allonsl maestro; versate un bicchierino, facciamo brindisi alla nostra presente moda.

Mon. Ottimamente, signor Cavaliere: assicuratevi che chi vi affianca partecipa ancora del vostro umor gioviale.

Gel. Al contrario, io ne soffro moltissimo.

Cav. Ragione per cui non dovevate collocarvi col cavaliere Sgiulì.

Gel. Ah I mancava solo muover quistione per do abito sì ridicolo!

Cav. Basta. Non sparlate signora de’ WaterProoffperchè io monto su tutte le furie: essi hanno il loro giustissimo merito, ed io a tutto cuore li difendo al maestro) Siete anche voi del mio parere?

Mon. Perfetli8Simamente.

Gel. Come, come: fate anch’ eco alle scempiaggiai di mio marito! quando è così perdo tutta ia buona opinione che ho de’ fatti vostri. Un uomo sobrio, intero, guidato dalla più severa educazione.,.

Mon. Scusate, io non posso disapprovare ciò che pensa vostro marito.

Gel. Perehè dunque, garbatissimo signor maestro di ballo, perchè non indossate anche -voi un simile paletot?

Mon. Per ora no; in appresso...forse...chi sa...

Men. (canticchia dal di dentro)