Paggena:Agrumi - August Kopisch - 1838.pdf/356

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Lun. Non posso niente accordati. Sollecita.

Pul. Jammoncenne… Lunà, sto sacco m’accupa, e morenno accupato patarria de schiunto de core. Levannello te guarda la Gnora.

Lun. Questo si posso accordartelo. Andiamo nell’alto della Torre.

Pul. Figlie mieje che teneva ntenzione de fare, statere buone. Oh…

Lun. Oh, oh, oh…

Pul. Aggio puosto lo procuratore a chiagnere (Entra con i soldati nella Torre.)

Lun. (Che sarà restato fuori.) Povero disgraziato, egli è più che sicuro che muore innocente, ed è la vittima forse dell’odio, e del livore. Avrei impiegata una parte del sangue mio per ajutarlo. Ma eccolo… Oh che duro momento.

Pul. (Dalla Torre.) Chiano belle Figliù, non me facite male, sapite.

Lun. A voi. (Li vien data una spinta a Pulcinella, e cade nel mare.)