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Paggena:'E guarattelle.djvu/6

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i cieli della purezza eterna, non è compresa nel suo amore e nel suo dolore, e prima di poter attingere la notorietà che sarebbe suo legittimo diritto, deve fatalmente strugersi nella inane melanconia del silenzio che lo avvolge, e consumare in tal modo, nel segreto martirio dello spirito, il fiore più eletto delle intime ebrietà che lo accendevano e lo esaltavano indicibilmente.

Giosue Carducci, a proposito di Stefano Gobatti, il musicista che scontò la vittoria d’un attimo, con l’abbandono di tutta l’esistenza, cosi si espresse: « La guerra contro i giovani, nei territori almeno della politica e dell’arte è bandita da per tutto e sempre.

Se egli procede franco per la sua via, con quel passo rapido insieme e tranquillo che è il segno della robustezza e della forza, se egli guarda sicuro innanzi a sè con quell'occhio splendente di confidenza e di fede che è la divina bellezza della gioventù, se egli crede da vero all’arte e alla sua dignità, e non sparnazza a destra e a sinistra le mancie delle piccole viltà e delle grandi umiliazioni, oh, allora i dragoni che stanno a guardia dei pomi d’oro nell’orto delle Esperidi rizzano tutte le creste, e schizzando indignazione dagli occhi vomitano tutti i loro fuochi di pece greca contro di lui ».

Or tutto questo è triste, è assai triste, illustre Maestro ed amico. La giovinezza che nella età della grandezza classica, era sacra come una sublime emanazione della divinità, nel nostro secolo di borghese industrialismo è tenuta in un dispregio che è quasi simbolo di decadenza intellettuale. Io forse dico questo, facendo un poco il Gicero pro domo mea; ma creda pure, non