Paggena:Turris eburnea.djvu/2

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IL LUOGO

A Posillipo.

Un salotto modernissimo. Pianoforte, divano, poltroncine, mensole, specchi, tappeti, acquarelli alle pareti. Necessario per scrivere su piccolo tripode laccato. A sinistra camino spento. A destra comune.

In fondo una vetrata dà su largo terrazzo dalla balaustra in marmo, a colonne. ll terrazzo è iuvaso dai fiori: moltissime rose thea, qualche iride fiorentina, bianchissima, un pullulare di azalee.

Lontano: il mare.

Manca poco al tramonto.

L’azione:

Scena 1.a

Giulio solo, indi Ester.

Giulio, è un bell’uomo sui 50 anni, viso bronzino, barba corta, brizzolata: leggermente calvo, veste con una certa eleganza naturale. Al levarsi della tela siede sul divano fumando una sigaretta con l'aria di chi è seccato da una lunga attesa, poco dopo s'alza va a destra, apre un album, lo scorre distrattamente, lo rinchiude. Suonano le sei, dà uno sguardo al proprio orologio: va al fondo apre la vetrata dà un sospirone. Resta sulla soglia.

Ester (di dentro). Posa tutte cose ncopp' a tavola. Statt’attienta a rum fa rompere niente.

Giul. {sentendo la voce si volta, chiude, va a sedere di nuovo).

Ester. (fuori: ha le mani ingombre di piccoli fardelli che posa sul tavolino a destra). Uh! Don Giù. Avite aspettate assai?

Ester può avere un 30 anni, ma ne dimostra molti di meno, veste con ricercatezza pronunziata, elegantissima. Ha foltissimi capelli biondicci: occhi neri: colorito variabile poiché a volte parlando, si arrossa, altra volta ha tinte turchinicce nelle occhiaie, terree nel viso. Parla con grande vivacità, tutta gesti de le mani e del capo.

Giul. Abbastanza.

Ester. Scusate. Aggio avuto tanto che fà.