Paggena:Pulcinella duellista notturno - F.lli De Martino.djvu/8

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Alf.  Non posso negarti, che mi verrebbe il pensiero di abbandonarti ai loro furore, ma perché sei sangue mio non lo fò. Rimani qui in casa mia, che si vedrà alla meglio come rimediare (si sente bussare). Va a veder Colombina chi sia.

Col.  Mo vaco (via).

Lop.  Caro zio, io tanto ve ne ringrazio, e spero per vostro mezzo...

SCENA V.

Colombina poi D. Giovanni e detti.

Col.  Allegrezza si patrona. E’ venuto D. Giovanne.

Alf.  Come! D. Giovanni! Si vada ad incontrarlo.

Gio. Riverisco questi signori.

Col.  (Che bello giovene).

Alf.  Oh riverito D. Giovanni...

Gio.  Perdonate. D. Giovanni io non sono, ma bensì Pulcinella il suo servitore.

Alf.  E dov’ é il vostro padrone?

Gio.  Sta montando le scale.

Alf.  Presto. D. Lopez, entra da mia figlia, e fa che qui si porti a ricevere lo sposo...

Lop.  Vado (entra).

Alf.  Io vado ad incontrarlo o che giorno di felicità è mai questo per me. (via).

Col.  (Che bello giovene ch'é sto servitore, se mme volesse, io co tutto lo piacere mme lo spusarria.)

Gio.  (Quella giovane mi guarda con molta attenzione). Se è cosi potrei scoprir terreno, circa la condotta di D. Eleonora).

Col.  Patrone mio.

Gio.  Servo suo.

Col.  Vuje site nzurato?

Gio.  Maritato, non signore.

Col.  Che peccato! no giovene cumm’a buje a non ave mogliera!

Gio.  Eh, che ci ho da fare...

Col.  Vuie site cammariere ?

Gio. Sissignore.

Col. Io pure so cammariera.

Gio.  Me ne consolo.