Paggena:Pulcinella duellista notturno - F.lli De Martino.djvu/12

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sappiate che io fui di vostro fratello l’uccisore, ed io l’amante di vostra sorella.

Pul.  Tu.Lop. Io!

Pul.  E a me che mme ne preme.

Alf.  Ah imprudente!

Ele.  Caro padre, io mi ritiro (via).

Alf.  Andate, e tu nipote…

Lop.  Ed ecco che in questa casa vi sfide a duello.

Gio.  a Pul (Accetta si, accetta).

Pul  (Accetta li muoffe de mammeta).

Alf.  E bene, io vi assegnerò la stanza per duellarvi; nipote ritirati, e voi D. Giovanni giacché siete stato sfidato, accettate il duello.

Gio.  (c. s.) Accetta, accetta.

Pul.  Sissignore, io accetto. (Vuò sta frisco).

Lop.  E bene, vado ad armarmi, vi attendo nella stanza terrena.

Pul.  Non nce vo auto.

Lop.  Addio, D. Giovanni (via con Alfonso)

Pul.  Lo cielo te scanza de salute e bene, (per spogliarsi). Si patrò levarne sta castellana da cuollo;

Gio.  Come.

Pul.  Pigliate D. Giovanne tujo, ca io mme tengo Pulecenella mio. Gio. Che dici?

Pul.  E buò che chillo m’accide?

Gio.  Ti dirò tre ricordi, acciò possa salvarti. Difenditi per non essere ucciso e portami la risposta.

Pul.  E si chille m’affenne, pe no me fa difendere, m’accide per non essere acciso chi te porta la risposta.

Gio.  Eh sciocco, credevi tu che volessi compromettere il mio onore colla tua balordaggine. Ecco come devi fare per esser sicuro. Appena verrà D. Lopez tu mostra coraggio poi domandagli come uccise il suo nemico egli dirà certamente all’oscuro; allora fa smorzare i lumi, ritirati, che io mi avanzo, e combatto in vece tua.

Pul.  Oh, mo va buono. Ma guè non avisse da veni?

Gio.  Oh, non dubitare.

Pul.  Mm’avisseve da fà essere acciso a mme poverommo?

Gio.  Non v’è timore.

Pul.  E ghiammoncenne a nomme de spata ncnorpo.

Gio.  Andiamo (viano).