Paggena:La morte accanto al tesoro con Pulcinella garzone d'un carnacottare, e nascosto in una botte per salvarsi la vita (1830).djvu/52

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disfar le ingorde brame di un assassino va con maggiore e più vantaggioso successo a premiare la più bella prova di coraggio , ed a rendere un necessario e ben dovuto compen- so all' eroismo , al valore , ed alla tua ma- gnanima virtù. Ser. Signora , voi mi cffendete,, c mi offendere nella parte più sensibile dell'anima. Il mio nume è l'onore, questo è la guida de' miei pa:si , la norma di iutte le mie azioni, nè fia mai ché da me si oscuri con accettare merce- nario compenso di ciò che il dovere , la virtù, e l'obbligo del mio stato m'impongono di eseguire. Pul. Signore miei , non ve pigliate tanto fisti dio ; datemille a me , accossi vuje non perdi- te 1 e io m' addecreo na mascella. Cop. Levate da lloco ta. Signorina , sto cascet tino e sta scatola banno da ire ncopp'a lo Jodece , perchè accossi porta la Justizia, non sarrà toccata però ; anze venile con me talle quante, che ve spicciaté subeto , ve pi- gliate le robbe voste , e ve ne jate. Ele. Si, ma verrà quando said giorno , giacche sento preciso bisogno di ristorarmi un poco. Ser. Ed io purę ci voglio venire, ma anche a giorno, perchè voglio cambiarmi questi abiti: Cap. E addo stanno l'auti vestite ? Ser. Nella mucciglia in casa di questa buona lana. Cap. Simone. E bene , dagli la chiave. Sim. Eccola. glie la dà. Cap. E la chiave de sto cascettino ? Ele. La tengo io in casa la porterò alla mia venuta, Cap. E cca dinto che ce sta ? apre la scattola. So carte, nello svolgerle ne cadono vlcune Ele: Badade che non si perdano, perchè ma a terra, Digitized by Google