Fon. die me dia li dcnare che io ni* acquieto.
Bar. Che mi cerchi perdono, ed io mi sto zitta.
Sim. a Bonzo. Voi che cosa volete ì
Fon. Giacché non pozzo avere la nobiltà, voglio i denari miei.
Sim. alla Baronessa. E voi Sig.* Baronessa gli volete dare la nobiltà?
Bar. E non senti che non si può v’ennere.
Fon. M* ha ditto lo si Giammattista, che te cridc che la nobiltà fosse no ruololo de mela cotte che se venne!
Sim. E se io trovassi un mezzo col quale vo a Bonzo, verreste ad acquistare la nobiltà ed il titolo di Barone, c voi alla Baronessa. ‘ nou verreste a restituire il denaro, e d ppiù conservaste il vostro titolo, sareste entrambi contenti.
Fon. Contentissimo.
Bar. E che mezzo?
Sim. L’ unico mezzo sarebbe questo: Sposatevi,
- e così voi sarete un Barone, e voi seguitereste
ad essere una Baronessa.
Bar. Ma è un eamacottaro.
Sim. (Fingete fino a domani.).
Fon. Ma è na vecchia.
Sim. (Dovete sofirire se volete eSser Barone.) Che ne dite?
Bar. lo accondiscendo. Fon. E io pure.
Sim. Dunque domani si faranno le nozze.
Fon. lo dimane me ne vengo vesluto chi Barone, e jammo a sposare.
Bar. Si, mi prima voglio sodisfazioue di quello clic mi hai fatto.
Fon. E che aggio da fa?
Bar. Domani mi devi baciare la mano ’ in pubi ico in mezzo al mercato.
Fan. No,- Ila te ce vengo a vasare li tallutìe.
Bar. Ma ci deve stare molta gente che mi guarda;
Fon. Non dubitare, C4 ce starrà uo squatrene