ATTO II.
SCENA I.
Camera docente in casa eli Eiena, ma rusticamente mobigliata, con tavolino, sedie rustiche ec. Vi saranno due porte.
Elena con ritratto seduta, poi Paolino, e Giulietta tutti vestiti a bruno.
Ele. /"^ara, e dolce immaginò delP estinto mio • vJ sposo, oh come versando su te 1’ incessanti mie lagrime mi si rende dolorosa meno, e sempreppiu cara 1’ amata rimembranza di ool-ui, che dal. mesto silenzio della tomba esiga tuttavia l’intero tributo dell’ amor mio. Giu. Mammà?,,. • Pao. Non te l’Iio detto che st^’ piangendo! Tu. ’Sempre l*i vlfoi disturbare.
Ele. Figli, appressatevi, abbracciate la vostra dolente genitrice, e confondiamo ne’ nostri teneri amplessi quei languido raggio di gioja che 1’ avversità del destino, la pravità de’ nemici, c la.cruda falce della morte ci ban conservata.
Giu. Mammà vorrei...
Pao. E sta zitta Giulietta, non cercar del pane che Mammà non ne tiene, e ìu più l’affl ggi.
Ele..Volete del pane? Oh Dio! a’ quale stato sodo ridotta / Nemmeno, pane posso darvi.
Pao. Non importa Madre mia, nou importa.... La pena nostra sarà fino a tanto che io sarò fatto grande.,. Allora avrò l’impiego di Papà, avrò un ducato al mese, e mangeremo tutti e tre a nostro piacere.. • Quella Baronessa però, quella Baronessa...
Ele. Che dici della Baronessa?
Pao. L’ avrà da fare con me. Le voglip far pagaie quel male che ha fatto a noi.