Paggena:D. Giovanni d'Alverado con Pulcinella rivale d'uno spadaccino, Ganimede affettato, e duellista per necessità (1848).djvu/8

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SCENA IH. *

Camera in casa di D. Alfonso.

Eleonora , Colombina , poi D. Alfonso.

Eie . Pettegola, ti foglio insegnar la creanza- to/ Ajato , ajuto. la balte.

Alf. Cos’ è questo fracasso ? Appena* alzale ave- te principiato a contrastare.

Col. Sacciate si patri). .

Eie. Sappiate Signor padre . *

Col. Voglio parla io.

Eie. Ho da parlar io ohe sono la Padrona. *

Col. So stata vattuta . . Eie. Mi ha offesa*

Alf. Ma figlia mja questo no va bene ; state sem- pre come cani e catte. Eie. Ma . »

Col. AH’ uìlemo eh* aggio mancalo io ? Che Pag- . j gio ditto, che essa s' ha da piglia JD. Giovan- ne , che no lo vole.

Eie. No lo voglio, no. Col La sentite?

Alf. Va Colombina nelle lue stanze , rispetta mia figlia ,• e non prenderti più confidenza con lei.

Col. Vac o. ad Eleonora. (O schiatte o criej>e,j|

D. Giovanni t’ aje. piglia. ) > via.

Eie. Ma signor Padre , voi ce ne fate prender troppo" a quella pettegola.

Alf. Ma alla fine poi che ti disse quella infeli- ce , che ti devi sposare 0. Giovanni.

Eie. Caro padre, non credo che vogliate sacri- ficare una figlia che tanto vi adora , io ho detto che D. Giovanni non mi piace * ed io non lo voglio. *

Alf. Figlia mia, io non voglio sacrificarti > ma tu devi prima vedere D. Giovanni.

Eie. E che necessita ci è che lo vegga, se è tant’ orrido , e deforme.

Alf. Tu qome lo sai ? Eie. Dal ritratto.

Alf. Ma questo però stimo » che sia stato uno sbaglio del pittore.

Eie. Ciò non può essere , perchè i Pittori cer- cano sempre di abbellire * non gi'a deformare i loro litratti.