Piti. Io so lo patròne , e la silo servitore? • Gio. Appunto. Pul. E n’ è cosa.
Gìo, Perchè? -
Pul. Perchè si mo da servitore avanzo tre me- sate da te, quanno po sò patrone, l’aggio da pagare io a te- «
Gio. Eh , ma questa è una finzione.
Vul. Ma tu po saje servì ?
Gic. Sciocco l Chi sa comandare , sa anche ser- vire. Pul. Ne , voglio fa la prova.
Gre. Benissimo, Pul. Ehi Pulcinella ?
Gio. Che vuoi ?
Vul. Piezzo d'animale 1 A lo patrone se dice \ che vuoi? Gio. Bai ragione, da capo. Pul. Pulcinella? Gio, Illustrissimo.
V Pul. E no nce polisse mettere na refola d’ Ec- cellenza ?
Gio. Ma io non ho 1’ Eccellenza.
Pul. E io lo boglio 5 aggio da dà cunto a te. Gio. Benissimo. Pul. Pulcinella ?
Gio. Eccellenza. Pul. É pronto il cocchio ? i, 4r?o. Eccellenza si.
Pul. Ne , che d’ è lo cocchio ? *
Gio. Lo sterzo bestia.
Pul. A la faccia de marnatela • • Ehi ?
Gio. Eccellenza.
Pul. Preparatemi il Tè, il Ram, il Ciocco latOj na caudara de brodo d’allesse, e metteteci dea* tro un senso di caso cotto.
Gio. Ma questo non si costuma Eccellenza.
Pul. E io lo boglio accostuma , aggio da dare cunto a te?
Gio. Come comanda vostra Eccellenza.
Pul. Pulcinella ? Gio. Eccellenza.
Pul. Pulcinella ? '
Gio. Eccellenza* si ripetono molle volte con G&i ricature , e piano.