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Paggena:D. Giovanni d'Alverado con Pulcinella rivale d'uno spadaccino, Ganimede affettato, e duellista per necessità (1848).djvu/20

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jilfi Ella è in #a«a .mVi , ,-ci venne jeri appunto. G-ìo- Quando dunque è cosi , -ppu mi resta che .domandare all* amabile D. Eleonora , se , ella mi vuole. • / . "' v »•

£7e. Si , anzi a voi era indinata , ji<>n già a

quello brutto babbuino del , vostro servo. • ' - P'uI.'Ma He grazie. ' -• * -* 0

,Col. Ala ehi sto «o è no trademiento. Vuje mW vite prommiso . . - - » .• . V »

<Gio. io li promisi fbe quairdo O. Giovanni spOi»> sava D. Eleonora, tu avresti sposato Pulci». . nella. D. Giovanni son io, questi è -Pulcini- * la, diamoci dunque -le mani. >

Gol. Ch’ aggio da fa , mix»’ arrenimedio.

^4lf. Via datevi le mani.

Eie. Eccola caro sposo*

Gio. Ed ecco la mia.

Pul. Stienneme sta granfa.

Col. Teccotella marito mio aggarbato.

Alf. Orsù, un lauto pranzo sollennizzerà questi sponsali. Si dia bando alla mestizia, e si gioi- sce in seno alla pace ed alla più. perfetta felicità.


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