G io, Ofi » inoli dahifarc, ,
Fui. Mm'aviite da fà essere acciso a rame potè* remmo l .1 Grò. No V* è ; lifnore.
Fui. E ghiaimnonceone , a noinme de spala neuorpo. G te. Andiamo, riatti’ ' .
, . j SCENO,. iX. .
ì* .Altra stanza eo/i lumi.
D. Alfonso i e D. Lopez.
Alf. Eccovi nipote la stanza assegnata per duci- •. lo. Cimentatevi col vostro avversario» che poi sarà mia cura, di fare eh e il tutto riesca a he* . teline. ■ ria* .....
Lop* Che ha inteso dire aio Zio, che il tatto debba riuscire a lieto fise, lo boq capisco»» M* D. Giavanni non viene . . Che volesse.* ehi, sento ronuore . .Eccolo per l 1 appunto, l ■ ' ■ : 7 , SCENA X. .. v
P oleine llà + e detto*
Fui. Si ■ avanza pauroso* <
Lop. Avanzatevi D. Giovanni»
Pii! Gnorsì , eccomi cc£. .*•
Lop. Ma voi par che tremate ?
Puf. lo no Iremmo, è ne terzana c Ire com'è al- .
ferrata justo a sto momento.
Lop. Perchè andate guardando attorno timido e sospettoso 7
Fai. (Kce volesse no, e chiile diavolo de lo pa.
' troue, no cc’ avesse da veni.)-
Lop. D. G o vanni , noi dobbiamo duellarci. . ... ;
Puf. Gih. »
Lop. Avete a dirmi qualche coso prima di bat- terci ? '
- *
Fui Oh., paricehie cose» - Lop. E sarebbero 7 [
Fui. Nnje mo pecchè voliamo- mettere lo sa* nith noeta «questione ^ lu vece de Ja lo doviel- io co le sp«ts, damuioce quatto ponie ncop- p • 1 uocchie , e po (rasi mini nceoue dmV a- na. taverna, e Uè nce facimnro «cenuere la col», lera a )}§*<: io > co na bona mangiata.