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Paggena:Circo equestre Sgueglia - Raffaele Viviani - 10 commedie.pdf/61

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Circo equestre Sgueglia


Peppenella (preoccupata dell’esodo del «pubblico») — Don Samue’, facite quacche cosa, si no ’e guagliune se ne vanno.

Samuele (a quelli della trattoria) — Neh, pe’ gentilezza, guardateme[1] ’e guagliune.

Pascalotto (ridendo) — L’ha pigliate pe’ na mappata[2] ’e panne!

Samuele (a Zenobia, con vivo interesse) — Dicite, dicite, Donna Zeno’!

Zenobia -… Da Avellino, Roberto se la portò a quel paese… come si chiama? Ah, Cassino San Germano. Là dice che l’aprì na bottega, nu baraccone, e Nicolina faceva la «donna ragno». Una domenica, nu prepotente voleva entrare per forza nel circo senza pagare. Tu sai Roberto mio che tipo era, e se si faceva passare la mosca per il naso. Così, successe una questione. L’altro era un malvivente; prese un trincetto, e me lo freddò sotto gli occhi stessi di Nicolina. E nessuno ebbe il coraggio di afferrare quella mano.


Samuele — E che vulite afferra’, Donna Zeno’? Chella era ’a mano ’e Ddio!

Zenobia (come indispettita) — E l’avevo perdonato io, ch’ero la moglie; poteva perdonarlo pure Dio! Ora che ha fatto? me l’ha tolto per sempre! E a me che mi resta? Non mi rimane che pregare per l’anima sua! (I singhiozzi la soffocano) Ormai Roberto mio è morto, non ritorna più. (Lunga pausa).

Samuele — …Dico io: si overo esiste ll’atu munno, e Ruberto sta sentenno ’e pparole ’e sta Madonna, nun s’ha dda sputa’[3]: sputare. ’n faccia isso stesso?

Zenobia (si asciuga in fretta gli occhi).

Samuele (tira un grosso sospiro; e ripiglia a fare il pagliaccio) — Oh! Eccoci qua! (La piccola folla applaude. Egli rimette la grancassa a tracolla e declama) Ora vi canterò una canzone lassativa, specifica e diuretica. (Comincia a suonare la grancassa, ritmando i colpi).XVI Questa musica è contro la caduta dei capelli! (Risate intorno) Dieci minuti di questa musica e spariscono i calli completamente. (Suona sempre; poi chiede) Che ora so’?

Pascalotto — Pecche?

Samuele — Pecche stu fatto ha dda dura’ n’ora e meza! (Allegre, generali proteste. Il clown inizia la sua filastrocca).

Canto

E uno!
Quanno attuorno nun veco[4] a nisciuno,
il mio suono più moscio si fa
periciucchete e llariulera,
periciucchete e llariulà!
E due!
Il mio stemma è una testa di bue;
son due corna, la mia nobiltà!



  1. guardateme: dale uno sguardo per me.
  2. mappata: fagotto, involto (D’Ani.).
  3. sputa’
  4. veco: vedo.