Paggena:Circo equestre Sgueglia - Raffaele Viviani - 10 commedie.pdf/36

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Raffaele Viviani


te? (Al marito) Io non sapevo che parlavate; è stata Bettina che me l’è venuto a dire…

Roberto — Bettina, eh?!

Zenobia (al marito) — Su, dammi dieci’ o dodici soldi, che mando a prendere il caffè… (Tende la mano per prendere il danaro; a Nicolina, che istintivamente abbassa gli occhi, con tono di semplicità) E sai perché non sono gelosa? Perché so che una donna che ruba il marito ad un’altra donna, non se ne vede bene… (Con voce stranamente sentenziosa) Non si fabbrica la propria felicità sulle lacrime di un’altra…

Nicolina (abbassa gli occhi, colpita).

Roberto (seccato) — Ma che l’hé ’a dicere[1] mo a chella?

Zenobia — Su, dammi li solde, damme li solde… (Glieli strappa di mano) E bene che certe cose le capisca»… (A Nicolina) Siente a me: ricordati bene: chi abbandona la moglie in un momento di abberrazione, abbandona l’amante in un momento di riflessione! Povera a quella disgraziata che si lascia insozzare l’anima e il corpo. Attenta a te, che, la ragazza zita[2], pe’ la strata de la vita, ’ncappa[3]!

Nicolina (riesce a stento a frenare le lacrime).

Zenobia (la carezza) — E tu che c’entri? No… Tu? Tu sei una madonna, figghia[4] mia! devi fare un bel matrimonio, devi formare tutta la gioia di mamma tua! (Le solleva il capo; al marito) Roberto, guarda quanto è carina! Guarda quanto è carina!

Roberto (imbarazzato, fa spallucce).

Nicolina (singhiozza forte, nervosamente).

Zenobia (è confusa e mortificata. Mormora) — Uh, l’ho fatta piangere! (Al marito) Poverina! S’è commossa alle mie parole!

Roberto E tu te miette a ffa’ ’a predica.

Zenobia — Sfatte zitto! Sfatte zitto! E che queste possano essere tutte le lacrime della vita sua!

Nicolina (a Zenobia, asciugandosi le lacrime) — No.

Zenobia — Meglio che piange adesso, così dopo non piangerà…

Roberto (spingendola) — E te ne vai? Vattenne! (Pausa).

Zenobia (senza scomporsi, a Nicolina, indietreggiando verso il fondo) — Hai visto come mi ha spinto? Prima non mi spingeva. Adesso mi spinge. E questo è un marito buono. Figurati se lo capiti cattivo! Apri gli occhi! Apri gli occhi! (Esce).

Nicolina (dopo una pausa) — Hai sentito che ha detto?

Roberto (con una risatina da finto ingenuo) — Che ha detto?

Nicolina (impressionata) — «Chi abbandona la moglie in un momento di abberrazione…».

Roberto (completando la frase, con ironia) — «… abbandona l’amante in un momento

  1. Vhè ’a dicere: le hai da dire.
  2. zita: zitella.
  3. ’ncappa: incappa.
  4. figghia: figlia.