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Paggena:Altavilla - La folla pe lu ppane francese.djvu/15

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Gir. €he scusare un cavolo! entrate dentro e qui non venite più.

Gae. Ma io...

Gir. Fuori repliche, entrate. ('Gae.ana entra)

Pul. A voi don... ve pre^o, quella ragazza è sotto alla nostra auspicita, abbiatene più carità, o ve sono no crisuommolo ceà.

Gir. Ah screanzataccio! (per inveire)

Pul. Non te movere ca te donco na capozzata mpietto.

Gir. In somma, chi diavolo sei?

Pul. Son chi sono, e parla bene casinò te capozzeo.

Gir. Va, che sei uno sciocco, e ti perdono.

SCENA VII.

Pangrazio, e detti,

Pan. (dal di dentro) Addò sta? addò s* è inportusato chillo ciucciane?

Pul. Ciuccione! parla di voi? (a Giro.)

Gir. No, parla di voi. (guardando al di dentro) Cospetto! Ah sì! è l’amico mio Pangrazio Cocozziello.... Qual fortuna inaspettata! Pangrazio, Pangrazio. (incontrandolo)

Pan. (nel venire in iscena V abbraccia) Uh D. Girolamo mio caro.

Gir. Come va? dopo due anni vieni ad onorarmi.

Pan. Eh! io vengo per un oggetto interessante.

Gir. Oggetto interessante!

Pul. St’amico vene pe passà lo penurdemo guajof

Gir. E sarebbe?

Pul. Lo nzurarsi.

Gir. Il penultimo è il casarsi, 1’ ultimo poi? Pul È quanno se paga il trombone alla natura.

Gir. Ah, ah, ah! (a Pang.) tu sai che questo tuo servo ha della bestia.