Scena nova.
Ortenzio, e detto.
Ort. Signor Pangrazio.
Pan. Che nce anico, perché staje accossì sbatutto?
Ort. Guai amico. Mi è capitato un accidente il più stravagante di questa terra.
Pan. Che te succiesso, va dicenno.
Ort. Mi sono portato in casa ed ho spiegato il mio amore alla Pupilla; ma quella sfacciatella, con rimproveri, ed insolenze ha corrisposto alle mie tenerezze. Vado per prendere le sue scritture in un Armadio dove io le teneva riposte, e vedo da esso sortire il Signor Raimondo con la spada alla mano, che me la situa nel petto, scoprendosi amante della Clarice, e quello ch’è più peggio che si è portato con se le scritture della Pupilla dicendo di volerle produrre in tribunale. Ripariano per carita, ripariamo.
Pan. E de chesto te miette appaura. Lassale portà addo le piace, quanno la pasta e ’nmano nostra la manejanmo comme nce piace.